Il caffè è radicato come abitudine vera e propria, essendo divenuto da svariati secoli una vera e propria forma di “culto” che nei vari paesi, come ad esempio l’Italia, viene interpretato in modo unico, risultando essere ad oggi la bevanda più consumata al mondo, a poca distanza dal tè. In Italia c’è la cultura dell’espresso, o “italiano” che viene spesso servito in tazza piccola ed è generalmente concepito come concentrato, anche se il caffè proviene da nazioni dove la pianta viene coltivata e dalla quale sono estratti i semi, come il Brasile e l’Etiopia. Bere caffè dopo cena risulta essere spesso una tipica domanda ma che spesso trova una risposta errata, in quanto gli effetti, dato il tradizionale effetto “energizzante” sembrano quelli tipici di una mancanza di sonno successivo.
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Il caffè però si porta anche dietro una sequela di luoghi comuni legati all’eccesso o al semplice consumo, ed anche quelli inerenti all’insonnia sono diffusi.
Cosa succede al nostro organismo quando viene introdotto del caffè dopo cena?
Bere caffè dopo cena, ecco quali sono gli effetti sul nostro corpo
La risposta non è totalmente positiva o negativa, generalmente si propende per la prima ma va tenuta in considerazione la condizione effettiva del consumatore. La caffeina, il principale alcaloide che rende la bevanda così diffusa ed apprezzata (oltre a motivazioni inerenti al gusto, ovviamente) ha un potere sul sistema nervoso, che è quello di aumentare la concentrazione e conferire un momentaneo senso di energia, che differisce nelle tempistiche da persona a persona.
Questo sviluppa anche altri effetti sul resto dell’organismo, in modo minore ovviamente per le personalità che sono maggiormente abituate agli effetti: in generale bere caffè dopo cena, se non zuccherato, aumenta la regolarizone del glucosio e può aiutare l’organismo a proteggere il cuore oltre a tutto l’apparato cardiocircolatorio contribuendo alla buona salute dei vasi sanguinei e linfatici.
Allo stesso tempo va ricordato che diversi studi hanno effettivamente dimostrato che il caffè, pur non compromettendo il sonno oltre i 40 minuti dall’assunzione, può comunque rivelarsi una scelta sbagliata se il soggetto ha difficoltà di tipo nervoso, soffre di ansia e altri problemi simili. E’ anche importante in ogni caso regolarizzare il consumo riducendolo quando possibile, in caso di sistema “sano” al massimo a 3 caffè espresso oppure 1 o 2 caffè “lunghi”. Si tratta di un elemento che è sicuramente utile anche poco dopo i pasti, in quanto riesce a “spezzare” l’appetito conferendo quindi una indiretta azione dimagrante.